Mindfulness

Cos’è la Mindfulness

Mindfulness è l’equivalente inglese della parola Sati, un termine della lingua Pali, la lingua ufficiale del Buddha.

La traduzione di Mindfulness in italiano è consapevolezza.

John Kabat Zinn, il fondatore di questa disciplina, descrive la Mindfulness come uno stato mentale, di totale presenza a se stessi, in pieno contatto con il qui e ora, unica dimensione spazio-temporale di cui realmente disponiamo.

Tale stato si raggiunge ponendo “attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (1994).

Questi tipo di consapevolezza non è teorica o concettuale, per quanto sia importante conoscerne i principi base, ma qualcosa di più completo: una piena presenza a sé che include mente corpo e cuore, o per dirlo con le parole di Kabat Zinn un “ascolto con il cuore”.
In mindfulness è come se si ascoltasse contemporaneamente anche la parola heartfulness (2012).

La pratica costante e regolare permette l’emergere di questo stato di coscienza, mettendo a tacere il continuo chiacchiericcio della mente e la produzione incessante dei pensieri.

Il principale effetto dell’allenamento costante e della tacitazione della mente riguarda la riscoperta della percezione sensoriale e un potenziamento delle capacità percettive e intuitive.

Quali sono le origini della mindfulness

Questa pratica affonda le radici nella filosofia buddhista, di tradizione Vipassana, la meditazione attraverso la quale il Siddharta Gautama raggiunse l’illuminazione.

Il fondatore è il maestro vietnamita Thich Nhat Hanh.
Il biologo e ricercatore americano Kabat Zinn fece il passo successivo traducendo in un programma fruibile agli occidentali, MBSR ovvero Mindfulness based Stress Reduction ovvero programma di diminuzione della stress, gli insegnamenti della tradizione, spogliati da ogni connotazione religiosa o di ricerca spirituale.

Egli ideò un programma specifico della durata di otto settimane da applicare negli ospedali, nelle cliniche e nei centri terapeutici. Inizialmente questo venne applicato a pazienti affetti da dolore cronico e malattie terminali, successivamente venne esteso ad altre patologie fisiche e psicologiche con grandi risultati.

Oggi la Mindfulness è stata riconosciuta dall’Oms nel suo piano di azione per la salute mentale 2013-2020 ed ha ottenuto altri riconoscimenti ufficiali quale valido strumento per il raggiungimento del benessere e la riduzione dello stress psicofisico.

In cosa consiste la mindfulness?

Per approdare alla piena comprensione del senso della mindfulness cerchiamo di capire cosa non è.

Non è svuotare la mente.
Obiettivo della meditazione non è l’assenza di pensieri, ma il riconoscimento della realtà dei pensieri: questi sono le produzioni mentali di durata temporale limitata che non riflettono la realtà.
La pratica permette di fare esperienza che i pensieri non sono “me”, e di riconoscerli per ciò sono senza evitarli o inseguirli.

Non è rilassamento.
La mindfulness permette di vedere la realtà così com’é riconoscendo le nostre emozioni senza giudicarci o etichettarci.
Il rilassamento è spesso un effetto secondario della pratica.

Non evita esperienza spiacevoli
Anzi, riconoscere le emozioni e le situazioni per come sono può portare ad un aumento momentaneo della sofferenza che, accettata, si trasforma. Si acquisiscono strumenti validi per affrontare il dolore.

Non è conversione ad una nuova religione.
La mindfulness è uno stato naturale, è pertanto accessibile a chiunque al di là dell’orientamento religioso poiché è una pratica di benessere psicologico universale da cui tutti possono trarre giovamento.

Quali sono i benefici della mindfulness?

Sono molteplici e scientificamente dimostrati.

Studi hanno confermato che l’applicazione del protocollo e la pratica costante generano modificazioni permanenti nel cervello, agendo sia sul volume sia sulle connessioni neuronali.

Dal punto di vista clinico e psicoterapeutico, si ottengono importanti effetti sul trattamento della depressione maggiore, diminuendo il numero delle ricadute e in generale prevenendone l’insorgere.

Sintetizzando i benefici per aree:

  • consapevolezza di sé. Permette il radicamento nel proprio corpo e l’ascolto e la connessione con se stessi, il riconoscimento e l’accoglimento delle proprie emozioni e una migliore gestione di esse.
  • presenza mentale, che corrisponde a quella che Kabat Zinn ha definito un ascolto con il cuore. Vivere in presenza significa calarsi completamente nel momento attuale, lasciando andare gli schemi condizionanti del passato e le ansie del futuro accettando il presente per quello che è. Questo atteggiamento libera dalle sovrastutture legate alle esperienze anteriori lasciando spazio a nuovi aspetti di sé e nuove opportunità.
  • gestione delle emozioni. Il contatto con sé aumenta la padronanza delle emozioni, l’autocontrollo e la capacità di affrontare situazioni stressanti faticose o dolorose senza perdere il proprio centro ed essere risucchiati.
  • capacità relazionali e apertura nelle relazioni. Questo risultato si ottiene come effetto combinato di un aumento dell’autostima e delle fiducia in sé e nel prossimo, un venir meno dei giudizi su se stessi e gli altri, aumento della pazienza e la tolleranza, miglioramento della capacità di ascolto.
  • aumento delle capacità cognitive, di attenzione e concentrazione, migliore memoria e capacità decisionale.
  • stato di salute potenziato. Il sistema immunitario si fortifica, migliora la salute del cuore e dell’apparato circolatorio e la capacità di ripresa dalla fatica, miglioramento della qualità del sonno.

In generale la qualità della vita migliora e si regola su ritmi interiori di maggior equilibrio e serenità, poiché la mindfulness ci insegna ad essere il centro di noi stessi rendendoci meno dipendenti dalle condizioni esterne.

In quali casi è utile la mindfulness?

E’ una forma di cura profonda di se stessi dalla quale chiunque può trarre beneficio.
A livello psicopatologico, come abbiamo visto, si sono ottenuti importanti risultati in caso di depressione, ansia, attacchi di panico, fobie e disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, separazioni, lutti.

Come si svolge la seduta/il corso mindfulness?

Il protocollo dura 8 settmane con frequenza settimanale e si svolge in gruppi da 4 a 12 persone.

Durante la sessione, della durata di un’ora e mezza, una parte viene dedicata alla meditazione (pratica formale) da praticare individualmente durante la settimana. 
Il percorso include vari tipi di meditazione: scan del corpo, ascolto del respiro, meditazione camminata, in movimento, amorevole gentilezza sono le principali.

La restante parte dell’incontro riguarda la spiegazione di alcuni aspetti teorici, domande, considerazioni sulla propria esperienza e l’attribuzione dei compiti per settimana, la pratica informale, ovvero il portare l’attenzione ad attività routinarie con l’approccio meditativo e altri tipi di esercizi per sviluppare la consapevolezza.

Dopo quanto tempo si vedono i risultati

Dopo 8 settimane, si ottengono dei buoni risultati ma non è sufficiente la frequenza settimanale: per ottenere benefici è necessario praticare tutti i giorni anche dopo la fine del programma!

C’è bisogno di un allenamento costante e regolare, la mente ha bisogno di molto allenamento per ritornare alla sua condizione naturale.

Inizialmente sembra difficile, data l’abitudine all’incessante pensare e all’attività discorsiva della mente.
Tuttavia gli utenti riportano effetti benefici già dopo le prime due settimane di pratica.

Bisogna essere allenati per praticare la mindfulness?

No, anzi è una pratica consigliata per chi non abbia esperienza di meditazione.
Non servono qualità o capacità particolari, anzi sarà l’esercizio a far sorgere e sviluppare nuove attitudini quali la pazienza, la tolleranza, l’accoglimento di noi stessi, il perdono, il venir meno di rigidità mentali e preconcetti, schemi pregiudiziali, ansie del futuro e nostalgie del passato.

La mia attività

Presso il mio studio di Torino svolgo corsi mindfulness in piccoli gruppi. Per informazioni contattare il numero o l’indirizzo email.