Disturbi trattati

Lavoro con tutte le fasce d’età, prevalentemente adulti, poi adolescenti e bambini, in setting esclusivamente verbali oppure misti di parola e movimento.

Tratto ogni tipo di sintomo e disturbo: ansia, depressione, attacchi di panico, paure croniche e fobie, nevrosi e disturbi di personalità; lutti, separazioni e stati perenni di rabbia, solitudine, frustrazione e insoddisfazione e sono particolarmente interessata e specializzata nel trattamento di:

  • disturbo post traumatico da stress. Definisce il mio ambito privilegiato di intervento e cura. Oggi la definizione di trauma non riguarda esclusivamente l’evento capitale ma l’esposizione prolungata e costante ad uno stimolo distruttivo, che genera una rottura con la continuità del proprio Sé con conseguenze talora più dannose e profonde del singolo accadimento.
    Molteplici studi hanno dimostrato che il solo setting verbale non è sufficiente per il trattamento del trauma  ma è imprescindibile l’inclusione di tecniche corporee, tra cui l’EMDR è quella maggiormente efficace. Personalmente ho curato con grande successo grossi traumi attraverso l’uso della danzamovimentoterapia integrata alla parte verbale.
  • attacco di panico oggi è il male del secolo, è il sintomo maggiormente diffuso insieme all’ansia generalizzata che spesso sfocia, se non trattata, in situazioni di panico che limitano e minano profondamente la nostra sicurezza personale e la nostra quotidianità.
  • La dipendenza affettiva, ovvero il permanere in relazioni di coppia che causano tutt’altro che benessere, collaborazione, condivisione e sicurezza ma generano invece sofferenza, insoddisfazioni, malesseri, situazioni di maltrattamento, non riconoscimento, gelosie ossessive al limite del patologico, nei casi più gravi stalking e abusi psicologici e fisici. Questi contesti ricalcano patterns vissuti in famiglia a partire dalla primissima infanzia. Questi rapporti danno origine ad una forma di ambivalenza: “vorrei andarmene ma non riesco”, “vorrei lasciarlo/a ma non ce la faccio”. Lavorando su questo paradigma emergono i lati disfunzionali del rapporto con se stessi che sono fonte della dipendenza e la alimentano, il vuoto interiore e il senso di abbandono che portano chi vive queste relazioni ad accettare situazioni al limite della sopportabilità pur di non raffrontarsi con il senso di solitudine e paura.